L’essere umano ha necessità di controllare l’accumulo del tessuto adiposo per motivi sociali e salutistici. Per questa ragione cerca periodicamente nuove strategie per favorire il dimagrimento.
Nella società moderna l’immagine di un persona riveste un ruolo fondamentale nei processi di socializzazione. Avere un corpo gradevole permette di inserirsi in modo migliore in tutti i contesti sociali. Di conseguenza apparire belli permette di ottenere maggiori possibilità in tutti gli aspetti della vita, possibilità professionali, affettive ecc.
La cultura moderna ha creato dei precisi canoni di valutazione per determinare la bellezza della figura umana. Questi canoni si sono evoluti con la cultura stessa, infatti, per esempio, un tempo il corpo femminile era considerato più grazioso quando presentava curve morbide. Attualmente la magrezza o meglio la mancanza di cumuli adiposi rappresentano il modello di riferimento cui aspirare per avere un corpo culturalmente considerato bello oppure in forma.
L’idea che essere magri significhi essere in forma non è sempre veritiero tanto che attualmente esistono particolari patologie psichiche quali anoressia e bulimia che implicano un disturbo comportamentale che sfocia in reali problemi fisici come conseguenza della necessità di apparire magri. Le persone che presentano questi disturbi sono sicuramente persone non in salute e non in forma, per le quali la causa stessa della loro mancanza di salute è la necessità di apparire magri.
Ciò dimostra che nonostante l’attuale retaggio culturale basi i propri parametri di valutazione di bellezza umana sull’immagine di un corpo con una bassa componente di grasso, non sempre questi parametri di valutazione esprimono correttamente il concetto di salute.

Aspetti culturali a parte è necessario però affermare che l’eccessivo accumulo di tessuto adiposo implica problemi di natura medica, di conseguenza la persona in sovrappeso è un soggetto maggiormente a rischio nello sviluppo di determinate patologie.
Una composizione corporea eccessivamente grassa è concausa della comparsa di numerosi disturbi fisici.
Inoltre il peso in eccesso può determinare difficoltà motorie, maggiore affaticamento, mancanza di energia ecc.
Numerosi studi scientifici dimostrano come gli individui con un eccesso predominante di tessuto adiposo intra-addominale o viscerale sono a rischio sostanzialmente maggiore di diventare resistenti all'insulina o di ottenere una qualsiasi delle altre caratteristiche della sindrome metabolica e del diabete tipo 2.
La sindrome metabolica è associata ad obesità addominale, alterazioni dei lipidi nel sangue, infiammazioni, l'insulino-resistenza o diabete conclamato ed il rischio cardiovascolare aumentato di sviluppare la malattia. La maggiore presenza di grasso viscerale sembra determinante come fattore implicato nelle cause della mortalità tra gli uomini.
All'interno di tessuto adiposo, i fenotipi degli adipociti e l'infiltrazione di cellule immunitarie sono considerati determinanti cardine per lo sviluppo di complicanze metaboliche. E 'stato dimostrato che l’accumulo di tessuto adiposo è in grado di avviare e mantenere un processo infiammatorio cronico, che a sua volta attiva risposte infiammatorie nel fegato e altri organi.
Un altro fattore di rischio importante è la presenza di alti livelli di acidi grassi liberi nel plasma.Anche questo fatore è una conseguneza di un eccessivo accumulo di grasso.
Per queste ragioni una completa condizione di salute è ottenibile solamente se la percentuale corporea di massa grassa rimane inferiore a determinati parametri.

Attualmente i parametri di riferimento di valutazione della condizione di salute in riferimento alla percentuale di grasso corporeo sono i seguenti:


Valutazione percentuale di grasso


Uomini <5% eccessiva magrezza, 5-13% forma atletica, 13-18% condizione di salute, 18-25% sovrappeso, >25% obesità
Donne <12% eccessiva magrezza, 12-20% forma atletica,20-24% condizione di salute, 24-30% sovrappeso,>30% obesità


allenamento dimagrante

Peso corporeo e percentuale di grasso

la ricerca del magro, per ragioni fisiche, estetiche o salutistiche che siano spesso porta a frainitendere cosa sia realmente il dimagrimento. Molte volte infatti le persone in cerca di dimagrimento vogliono sempicemente perdere peso. Il fatto è che perdere peso non significa necessariamente dimagrire.
la bilancia viene interpretata in maniera erronea e si affida ad essa la valutazione della propria condizione fisica.Questo diventa un grave errore in quanto la sola perdita di peso, il sola calare dell'ago della bilancia non indicano necessariamente un situazione di dperdita di grasso, in quanto il corpo non essendo costituito da solo tessuto adiposo può perdere peso ma non necessariamente dimagrire. O quanto meno non tutto il peso che si perde sulla bilancia è sempre solo tessuto adiposo.
Nel momoento in cui si inizia un percorso di dimagrimento, soprattutto se basato solo sulla restrizione calorica è facile che buona parte del peso perso sia di natura non adiposa,. Sia cioè costituito da massa muscolare oppure liquidi, acqua. Quando infatti si riducono drasticamente le calorie il corpo si adatta a questa situazione eliminando ciò di cui ha meno bisogno. Pertanto qualora non vi sia attività fisca l'organismo identifica nel tessuto muscolare qualuca di cui potersi liberare, metre vede nel grasso una riserva di energia di cui è importante avere buona conservazione proprio perchè si è in restriziooni caloriche.
Il corpo umano interpreta la situazione di carenza calorica come emergenza cui fare fronte eliminando ciò che le calorie le fa consumare ossia i muscoli e conservando invece le calorie stesse ovvero il tessuto adiposo.

Pertanto perdere peso, in questa situazione non si traduce nel perdere lipidi ma in tutt'altra.
Da ciò ne conseguono due considerazioni:
1- considerare il solo calare dell'ago della bilancia come un reale dimagrimento non è corretto.
2-Affidarsi alla sola dieta spesso è un percorso controproducente, in quanto porta con maggiore facilità a eleminare anzichè il grasso prorpio ciò che il grasso lo fa metabolizzare, ossia i muscoli.
a cura di Nicola Sacchi



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